Videoludica: una questione di stile (e sangue)

Quando Simone (Pizzi) mi ha comunicato che avrebbe chiuso i podcast sui giochi, Dietrologia e Archeologia, una parte di me è morta, perché sono i podcast che ascoltavo da sempre, i primi che ho scoperto sul mondo della comunicazione “dal basso”.

Mi ha detto anche, però che dalle ceneri di tutte queste trasmissioni ne sarebbe sorta un altra, più essenziale, a tratti, per certi tratti, minimalista, meno assoggettata a certe logiche che chiamare “di potere” sarebbe ridicolo, dato che alla fine sempre di guerra tra i poveri si tratta.

Ho avuto l’onore e il piacere di poter partecipare all’ultima puntata di Dietrologia Videoludica, che avrebbe fatto da ponte verso questa nuova trasmissione, e di conseguenza mi sono proposto al gruppo degli speaker per realizzare gli artwork e la veste grafica di questo nuovo progetto.

Videoludica doveva essere un podcast che tornava a un certo tipo di origini, senza peli sulla lingua e senza la fottuta dannata paura di dire qualcosa che qualcuno avrebbe potuto prendere in malo modo.

Libero.

E sulla base di questa essenzialità, dato che comunque si trattava di un podcast di videogiochi, ho pensato di prendere il simbolo stesso del gioco, un joypad, e di trasformarlo nel suo tratto più essenziale:

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Però volevo riportare questa cosa ad uno stile più incisivo, più tagliente, meno hipster, per cui sono tornato al decennio precedente e ho estruso questa forma in modo da renderla tridimensionale:

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Ma non era abbastanza, questo joystick stilizzato e poi reso in 3D (di conseguenza una contraddizione in termini estetici) non era abbastanza tagliente e per quanto mi riguarda, nonostante non avesse i bordi smussati.

Ed è per questo motivo che ho deciso di prendere questa maledetta macchia di sangue:

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Ed infilarla sul pad stesso, per andare a sottolineare il fatto che quella di videogiochi è un’industria che non ha lo scopo di sfornare arte ma di creare un pubblico di compratori in modo da ritornare ad essere sia il primo che l’ultimo anello della catena alimentare:

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I videogiochi sono belli, ma sono anche un ambiente di merda, come sono di merda tutti gli ambienti in cui circola più di un centesimo di petroldollaro.

Per quanto concerne la scelta del font, dato che non è che si va a mode, ma a tendenze di gusti (strettamente personali), non ho potuto fare altro che scegliere questo meraviglioso Aviano Sans:

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Poi però mi sono spinto oltre, a cercare di ricreare altri artwork, in previsione dell’uscita della prima puntata, anzi prim’ancora dell’annuncio dell’esistenza del podcast stesso.

Ed ecco l’ingrandimento della macchia di sangue, in modo da renderla il protagonista assoluto dell’inquadratura, senza far capire che si trova spalmata violentemente su una strumento da gioco:

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Videoludica nasce con il sangue, nel sangue, e il sangue diventa protagonista ancor più di questo joypad stilizzato in tre dimensioni, il sangue da piccola macchia di contorno diventa l’unico soggetto di questo podcast, una violenza visiva, cruda, acida, bastarda.

Ed è per questo motivo che da questo sangue poi sono partito per creare prima di tutto uno sfondo da scrivania grezzo, rovinato, consumato, partendo da una texture di quelle che si comprano a poco prezzo, quando proprio non si riesce a scattare una fotografia:

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La macchia di sangue torna ad essere messa in un angolo, ma è proprio quella che, anche se non è inquadrata in pieno, rappresenta il vero soggetto di questo stile estetico: è sempre lì a ricordarci che c’è, che il sangue è l’unica vera costante dell’evoluzione umana, il sangue è guerra, il sangue è morte, il sangue è evoluzione.

E così, alla fine, sono nati anche i poster dei quattro conduttori del podcast, ancora una volta incisi come per sbaglio su una pietra rovinata e comunque macchiati da quel sangue di cui l’intera umanità non può fare a meno e che l’intera umanità non può lavarsi via:

giuseppe caso

simone pizzi marco gualdi carlo burigana

Il sangue come un peccato originale che non possiamo cancellare, ché non c’è redenzione, non c’è salvezza.

Il sangue è l’emblema stilistico delle nostre ferite, della nostra sofferenza, della nostra morte, e di conseguenza dell’intera nostra vita.

Ho alla fine avuto la presunzione di infilare anche la mia brutta faccia in uno di questi poster, anche se in questa trasmissione non sono presente fisicamente, la sento comunque un po’ figlia mia, perché anch’io c’ho messo il (mio) sangue:

alex raccuglia

Dopo tutte queste seghe mentali, vi lascio volentieri all’ascolto della prima puntata di Videoludica, un podcast alternativo sul mondo dei videogiochi, un podcast nuovo fatto da gente che questo “mestiere” lo fa da anni, forse prima di chiunque altro.

Siamo libri di sangue”

2 pensieri riguardo “Videoludica: una questione di stile (e sangue)”

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