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Grazie.

Buongiorno a tutti,

chi mi conosce bene o mi segue un po’ sa che ieri sera sono andato in diretta live con l’ottava puntata della mia trasmissione musicale, MDB Summah Radio.

È stata la puntata con la più alta partecipazione di pubblico e con la più intensa interazione: anche dopo la trasmissione sono andato avanti per un sacco di tempo a chiacchierare in chat con tre o quattro di voi che mi commentavano alcuni pezzi e le scelte, ma soprattutto mi davano un grandissimo feedback.

Ho passato una settimana piuttosto brutta, piuttosto deprimente, e infatti ero abbastanza sicuro che avrei affrontato la puntata con meno energia rispetto a quella precedente, che, secondo me, è stata fino a ieri il massimo dal punto di vista della “potenza” complessiva, sia a livello di scelta musicale sia a livello di risposta del pubblico.

Mi ero comunque preparato abbastanza, soprattutto utilizzando SoundPOD, l’applicazione che mi sono scritto per gestire la diretta.

Devo dire che si è anche verificato un piccolo inconveniente con il microfono che ha fatto perdere circa 40 secondi dal mio parlato, ma questo è un non problema perché verrà risolto nella versione che metteremo a disposizione in streaming e in podcast.

Quello che più conta ed è più importante per me è che ieri sera è stata una puntata con talmente tanta energia tra voi del pubblico, che la sua conduzione mi ha davvero fatto venire il buonumore e mi ha fatto tornare un sacco di ottimismo, una cosa che non mi aspettavo, è che proprio, particolarmente ieri, avrei detto che non sarebbe mai successa.

Io continuo a dirlo, fare podcast per me (oddio, bisogna dire “trasmissioni radio” adesso) è un hobby, qualcosa che faccio e non capisco nemmeno io perché lo faccio, ma so che mi fa stare bene.

Come mi piace insegnare, mi piace fare queste cose, comunicare, anche se forse dentro di me sono piuttosto convinto di non essere un grande comunicatore, di avere anzi delle forti lacune dal punto di vista dell’interazione umana.

Quello che so, però, è che alla fine preparare le puntate di MDB Summah Radio, di Morti di bestemmie e di Techno Pillz mi fa stare bene, così come le mie compassate in altri podcast come Pillole di bit del buon Francesco Tucci e Videoludica.it ludica gestita dal gruppo dei quattro cavalieri dell’apocalisse.

Ho scritto tutte queste righe, tutte queste parole dettandole ovviamente a Siri, in coda in automobile, perché sentivo davvero la necessità di ringraziarvi.

Ho sempre pensato di essere un individualista, di essere una persona relativamente chiusa, e che si sta chiudendo sempre di più man mano che gli anni passano, ma una serata come quella di ieri mi ha fatto tornare il buonumore e se non la speranza in un mondo migliore, la speranza in un domani un po’ meno cupo.

Grazie amici, la puntata di ieri è stata bellissima, è per quello che mi avete dato vi prometto che andrò avanti finché non avrò più musica da farvi ascoltare (e dunque ne avrò ancora per un sacco di tempo, siete avvisati!), ve lo devo perché quello che ho preso ieri da voi è sicuramente mille volte più grande di quello che io potrò mai darvi.

Vi voglio davvero bene, vi stimo tutti quanti.

Grazie.

E adesso muovete il culo e andate a farci una bella recensione su iTunes!

Il Keynote Apple del WWDC 2013 in diretta live video streaming

Il keynote WWDC 2013 in diretta live video streaming
Il keynote WWDC 2013 in diretta live video streaming

Domani sera, 10 giugno 2013, alle 18:30, segui con noi del team unificato di Just In Apple e Italian Podcast Network il Keynote Apple al WWDC 2013.

La diretta streaming dell’evento sarà visibile da questa pagina dalle 18:30.

Invitati d’eccezione, oltre al sottoscritto che si occuperà della parte tecnica anche (rullo di tamburi), in ordine prettamente alfabetico: Stefano Paganini, Simone Pizzi, Justen Rosati e Vincenzo Nardelli.

Non mancate: chi non ci sarà, non ci sarà.

Streaming: siamo all’80%

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Questa volta probabilmente ce l’abbiamo quasi fatta. Come forse pensa prendere l’altra sera abbiamo provato a realizzare una nuova trasmissione in diretta commentando il Keynote di Microsoft che presentava la sua prossima console. Non voglio entrare nel merito dei contenuti, se qualcuno è interessato a sapere di cosa abbiamo parlato, può scaricarsi tranquillamente l’ultima puntata del podcast dietrologia videoludica (link disponibile a breve).

Come al solito voglio parlare qui delle mie considerazioni sulla tecnica sottostante ad una diretta in streaming. I presupposti prevedono quanto segue:

1. Avere una comunicazione diretta di buona qualità tra i partecipanti alla diretta, spesso e volentieri dislocati su tutto il territorio nazionale.

2. Visualizzare il video mandato da Microsoft in diretta.

3. Inviare sullo stream il video che stavamo guardando e l’audio con nostre voci che lo commentano.

4. Registrare quanto avveniva, perlomeno in audio.

La soluzione che abbiamo adottato, come sempre, è la piattaforma Livestream prima per la nostra comunicazione in diretta, mentre internamente ci siamo affidati a Google Hangout, dato che Skype aveva una qualità a dir poco insostenibile… La necessità di mixare contemporaneamente quello che veniva mostrato da Microsoft, i discorsi dei miei interlocutori e la mia voce ha reso necessario un passaggio esterno verso un mixer analogico.

Come dico sempre al mio caro amico Vincenzo: continuo a preferire strumenti analogici a quelli digitali, come per esempio un microfono USB. Come mai? Beh, semplicemente non mi capiterà mai di installare un driver per un microfono analogico!

Devo dire che questa volta sono abbastanza soddisfatto del risultato, grazie alla pagina messa in piedi da Vincenzo e all’utilizzo di Livestream sin dall’inizio, senza passare attraverso un Hangout, siamo riusciti a mantenere la diretta per quasi tutto il tempo del Keynote, interrompendoci solo per 40 secondi a metà circa. Questa introduzione si è verificata per colpa di una mia leggerezza: quando ho iniziato la trasmissione, in prova, catturavo la porzione di schermo occupata dalla diretta di Microsoft, che, però, prima dell’evento, mostrava semplicemente un cartello statico. Il compressore, dunque, non faceva nessuna fatica e riusciva a mandare in uscita un filmato di 10 fotogrammi al secondo occupando poco più del 20% del processore. Quando però hanno iniziato a mostrare filmati a loro volta, la complessità del video è cresciuta a tal punto che, con il software di registrazione per l’audio, Audacity, il loro video e tutto il resto il processore saliva a livelli di guardia e non riusciva a comprimere tutti i fotogrammi. Questo significa che, ad un certo punto, la nostra diretta aveva raggiunto un lag troppo sensibile rispetto al video di Microsoft, motivo per il quale ho interrotto lo stream, abbassato il numero di fotogrammi al secondo a 5, e l’ho fatto ripartire. Tutto credo in circa 40 secondi, o poco più…

Questo, comunque, mi ha fatto capire che, probabilmente, per il Keynote di Apple dovremo mantenere un numero di fotogrammi così basso, coadiuvati anche dal fatto che non verranno visualizzati tanti filmati e dunque il compressore riuscirà a mantenere un database di buona qualità con così poche informazioni…

Alla fine, quello che ci divide da un contesto più professionale e più completo è dato da due semplici limitazioni: la qualità del compressore, che necessiterebbe di hardware dedicato, e la quantità della banda, che non ci consente uno stream fluido (o più stream contemporaneamente)…

L’appuntamento è dunque per il 10 giugno alle 18:30, quando proveremo a rifare questa cosa magari con la speranza di riuscirci con qualità migliore… Grazie tutti quelli che hanno collaborato!

Streaming, perché deve essere così difficile?

Prima di iniziare a leggere questo articolo vorrei che ricordaste che siamo nell’Anno del Signore 2013.

Ieri sera, 4 aprile, 2013 (appunto), abbiamo organizzato una diretta straordinaria dei nostri podcast (Dietrologia Videoludica e Retrocast) in cui avremmo parlato della fine di una gloriosa casa di software. L’idea era quella di realizzare una trasmissione atipica, radiofonica, una sorta di “pappagallo” organizzato in poco più di due o tre ore…  L’importanza per noi che abbiamo dai 30 ai 40 anni di questa software house ha fatto sì che siamo riusciti a trovarci praticamente senza alcun preavviso.

Streaming studio
Streaming studio

Tecnicamente parlando l’obiettivo era quello di mandare in diretta la nostra chiacchierata e dei contributi musicali e sonori, con il sottoscritto che si sarebbe occupato della regia e dello streaming, e sarei intervenuto a parlare per pochissimi minuti in trasmissione. Questo avrebbe comportato alcune problematiche tecniche perché le sorgenti audio sarebbero state tre: io, le altre persone che parlavano e i contributi sonori. Questi tre elementi sarebbero dovuti venire mixati e inviati in streaming.

La mia scelta iniziale era quella di utilizzare il comodissimo sistema di Google Hangout, che per i primi 10 minuti ha anche funzionato a dovere. Poi, però, 10 minuti dopo l’inizio della trasmissione, i server ci hanno completamente “rimbalzato”, costringendoci a spostare la trasmissione. A questo punto la scelta era quasi obbligata: continuare registrando come al solito ma senza andare in diretta, però andando contro lo spirito di questa puntata speciale: parlare dell’avvenimento essenzialmente 24 ore dopo, e non di più.

Alla fine, in qualche modo, sono riuscito a riconfigurare uno dei due computer che avevo a disposizione per inviare lo streaming sui server di Livestream. Si è trattato di una soluzione di emergenza che però, magicamente, ha funzionato quasi alla perfezione, se non per il problema dovuto al fatto che mi era praticamente impossibile effettuare un mix audio con anche le musiche.

Fatto sta che, ogni volta, sembra quasi una sfida contro i mulini a vento. Siamo nel 2013 e ancora abbiamo queste difficoltà, praticamente insormontabili per chi non è tecnicamente preparato, per realizzare una trasmissione in diretta, se non spendendo molti soldi per soluzioni proprietarie.

Siamo comunque riusciti a contattare, sempre attraverso Facebook e comunque il canale di YouTube, le persone che ci seguivano, in modo da reindirizzarle verso il nuovo link con la trasmissione. C’è stato anche un’po’ di dibattito e questo mi ha reso molto felice. Andare in diretta a senso soprattutto perché così si può interagire con le persone che ti seguono.

Ancora una volta ho imparato qualcosa di nuovo, cosa che mi rende per lo meno allegro: se passa una settimana in cui non ho sperimentato niente mi sento un po’ pigro. La qualità dell’audio era anche decisamente superiore a quella offerta da Hangout (ma forse dovremmo chiamarlo Google Hangover), e probabilmente questa piattaforma sarà quella che dovremo utilizzare per i prossimi eventi.

Quello che mi chiedo io è molto semplice però: perché, oggi, 2013, deve essere così tanto difficile se non impossibile realizzare qualcosa del genere? Certo: Google Hangout è un servizio gratuito, molto probabilmente ancora in beta per cui non abbiamo alcun appiglio per poterci lamentare. Fatto sta che, anche se ha sempre funzionato, proprio ieri ci ha lasciati a piedi, proprio quando avevamo degli spettatori. Lo spettacolo deve continuare ma l’infrastruttura sulla quale il nostro spettacolo era appunto basato era crollata.

Tanto tempo fa coniai questo semplice slogan da ripetere e ripetere continuamente ai miei collaboratori che si lamentavano: “se fosse facile lo farebbe qualcun altro…“.

Sì, però, che palle…

Comunque sia andata, è stato un successo

Certe volte mi chiedo come mai faccio le cose, o come mai le faccio in questo modo. Alla fine penso di avere capito, alla soglia dei 40 anni, che sono fatto così e così devo imparare ad accettarmi.

Ieri sera, insieme al team di Archeologia Videoludica, abbiamo registrato la nostra prima puntata in diretta video. È andata bene? È andata male? Credo che la risposta sia estremamente variabile e dipende in larga parte da quale sia il punto di vista dalla quale la si pone.

Posso dire, dal mio punto di vista, che è stata abbastanza faticosa. Perché? Beh, partiamo dal principio, la componente tecnica non è stata da trascurare.

Per prima cosa ho sviluppato una piccola applicazione per iPad che consentisse di avere in diretta alcuni effetti sonori che alcune musiche scelte per l’occasione. Poi è subentrata la necessità di fare sentire questi effetti sonori a tutto il pubblico, e non solo, avrei avuto bisogno anche io di ascoltarli intanto che venivano eseguiti.

L'app che ho scritto per gli effetti sonori
L’app che ho scritto per gli effetti sonori

Non solo, c’era la necessità di registrare questi effetti sonori su una traccia separata da quella della voce mia e di Stefano, in modo da poterli replicare durante la fase di mixaggio. Non avevo idea di come fare, e, alla fine, sono riuscito a rimediare utilizzando due mixer, uno per l’ingresso nel computer e uno per l’ascolto in cuffia.

Poi, dato che nella postazione mia e di Stefano avremmo dovuto anche riprendere dei computer dell’epoca, ho ben pensato di migliorare l’illuminazione. Ho dunque portato a casa dal mio studio un paio di quarzi e un ombrello di modo da creare una bella luce diffusa. Purtroppo la tecnologia dei streaming che utilizziamo, Hangout, di Google, non consente l’utilizzo di una telecamera esterna, ma solo della webcam del computer. Questo significa una difficoltosa messa a punto della luce. E, di rimando, l’occupazione per tutto il mio piccolo salotto di stativi, luci è una tavola di mixaggio ben complessa; diciamo che per un paio di giorni la mia casa si è trasformata in un set, assolutamente invivibile.

In posa prima di iniziare la diretta...
In posa prima di iniziare la diretta…

A questo aggiungerei anche l’impossibilità di ascoltare con due cuffie la stessa fonte, perché lo sdoppiatore di Stefano si è rotto, per cui abbiamo dovuto collegare due computer allo stesso Hangout, e dallo stesso IP di casa mia.

Ma queste sono problematiche tecniche, non dovrebbero tanto interessare chi ci guarda e, in un mondo ideale, nemmeno noi. Parliamo di contenuti…
Per contenuti, non intendo dire soltanto quello che viene detto che in trasmissione, ma dato che si tratta di una diretta in video, anche di come viene mostrato. Di questa trasmissione, non so nemmeno perché, sono anche il conduttore. Questo, come per altre esperienze che ho avuto, si traduce in una duplice difficoltà, per lo meno per me: condurre il programma e nello stesso tempo occuparmi della regia. Dove per regia si intende la regia tecnica. La regia dello streaming.

Il setup delle macchine
Il setup delle macchine

In altre situazioni ho utilizzato un altra piattaforma per la trasmissione video in streaming, nella fattispecie Livestream. Questa tecnologia consente l’utilizzo di telecamere e di catturare lo schermo del computer mandando tutto in uscita ad un’alta qualità. Perché non abbiamo utilizzato Livestream anche per la diretta di ieri? La risposta è semplice: perché non consente di utilizzare camere dislocate in diversi punti mi spiego: quando facevo le dirette dal mio studio tutti i contenuti e le informazioni arrivavano dallo stesso posto, il mio studio, appunto. La trasmissione di Archeologia Videoludica, invece, viene realizzata in modo distribuito. Ci sono io a Milano, Stefano nella stessa stanza con me, ma Giuseppe è in Sicilia e Simone e Marco sono invece a Roma. E lo scambio di battute deve essere realizzato contemporaneamente. Non è pensabile che si debba dare la parola a qualcuno e che tutti gli altri non possono intervenire quando questa persona sta parlando. L’unica soluzione non a pagamento che abbiamo trovato, per adesso, è quella di Google, la quale, per ora, ha ancora tante limitazioni, tra le quali la non possibilità di utilizzare telecamere esterne. Avendo solo una telecamera non abbiamo potuto effettivamente connettere il computer dell’epoca a un televisore, Stefano infatti ci ha portato dei esemplari effettivamente funzionanti.

Uatt'samerican!
Uatt’samerican!

E poi, quando stiamo registrando, dobbiamo pensare che le persone connesse in diretta sono qualche decina, mentre gli ascoltatori del nostro podcast spesso e volentieri superano il migliaio. Dobbiamo dunque realizzare una trasmissione che deve soddisfare delle esigenze che sono anche in contrasto tra loro. Possiamo così fare uno show per chi ci segue live, ma non dobbiamo e non vogliamo dimenticare la massa di ascoltatori che ascolta il podcast senza vederlo.

Vestiti anni '80!
Vestiti anni ’80!

Mi rifaccio la stessa domanda di prima: è andata bene? Oppure è andata male? Sinceramente non lo so. Forse, conoscendo le difficoltà e lo scarso tempo a disposizione, anche se non è mai una scusante, direi che è stato un discreto successo. Se però mi metto nei panni dello spettatore può dell’ascoltatore, se devo essere sincero non ho un’opinione ben definita. Né positiva né negativa. Archeologia Videoludica è già di per sé una trasmissione molto particolare, dedicata ad un pubblico molto particolare, che non è proprio quello di chi fa retrogaming. Si tratta di un prodotto che io considero unico nel panorama dei podcast italiani, e probabilmente non solo italiani
Credo che sia molto difficile pensare di mettere in scena uno spettacolo con lustrini e luccichini che possa durare le due ore della trasmissione, e nemmeno sono sicuro che sia il caso di farlo, probabilmente snaturerebbe l’essenza stessa della trasmissione… Ciononostante credo che ora siamo di fronte ad una sorta di di bivio, il passaggio ad un mezzo nuovo, quello del video, e ad un linguaggio nuovo, quello della diretta. Un linguaggio ed un mezzo che devono assolutamente convivere con quelli precedenti, il podcast solo audio. E soddisfare le categorie di pubblico.

Dal nostro punto di vista, o, meglio, dal mio punto di vista, credo che ci debba essere un impegno continuo a migliorarci e a rendere questa trasmissione sempre più godibile dalla maggior parte del pubblico possibile.
Chiedo a questo punto l’intervento dei miei colleghi della trasmissione per avere anche il loro parere e, soprattutto gradirei tantissimo conoscere il punto di vista di chi ci segue e ci ha seguito…

Il banco di regia
Il banco di regia

Signore e signori, grazie per averci ascoltato. Vi auguro la buona notte…

Questa sera: secondo seminario sugli effetti visivi

Questa sera alle 21.30 in diretta live la seconda puntata della serie di seminari sugli effetti visivi digitali in pubblicità.

Cliccate qui per guardare l’evento live.

 

Questa è stata la prima puntata, registrata il mese scorso:

Questa sera parleremo di sky replacement avanzato (quello della settimana scorsa era una bazzecola, lo sapevate, vero?) e di surface patching con Mocha.

Se volete saperne di più, come pre-corso, date un’occhiata al trittico di seminari sullo screen replacement:
P1x12a: corner pin tracking
P1x12b: planar tracking con Mocha
P1x12c: camera tracking 3D con After Effects CS6